martedì 12 ottobre 2010

Ismail Acar per PF#6.12

Roxelana, 2001, Cartoncino traforato, 300x210cm



Roxelana, la “rossa”, è il ritratto di un celebre e ambiguo personaggio della storia turca. Il suo vero nome era forse Aleksandra Lisowska, veniva dall’Ucraina, e fu comprata al mercato degli schiavi di Istanbul dal gran visir Ibrahim Pascià per darla in dono al sultano Solimano il Magnifico (secondo alcuni studiosi, Roxelana fu inizialmente donata al padre di Solimano, Selim, che, non essendo più in età di goderne, la cedette al figlio). Nel 1534, grazie alle sue doti di seduttrice, ma anche alla sua abilità di narratrice, riuscì a farsi sposare dal Solimano diventandone l'unica veneratissima moglie. Il sultano aveva già un figlio, il vero erede al trono, ma Roxelana riuscì a farlo uccidere aprendo la strada ai propri figli Bayezid e Selim.
L’opera si compone di nove pannelli di cartoncino bianco traforato: una riproposizione aggiornata della tipica tradizione scultorea e architettonica ottomana. Acar rivisita la memoria decorativa turca in senso bidimensionale, asciugandone gli aspetti più vistosamente esornativi e vernacolari all’interno di una rigorosa ricerca dell’essenza. Roxelana ha vinto il primo premio della Biennale di Firenze del 2009 come migliore opera su carta.

Blu-Mosque, 2009, Olio su tela.



Blu-Mosque non è una semplice descrizione della grandiosa Sultanahmet camii (1597-1616), più nota come Moschea Blu, fatta costruire dal sultano Ahmed, per quanto la tecnica pittorica e l’iconografia rimandino a una modalità di rappresentazione vagamente oleografica. E’ piuttosto un’iper-architettura, un affascinante gioco di specchi; moltiplicazione abnorme di elementi riconoscibili della facciata che, giustapposti in sequenza, generano una “caduta in abisso” in senso orizzontale. Acar rilegge in chiave fantastica e ossessiva il tema dell’appartenenza religiosa: l’Islam raccontato come smisurata dimora del credente, come ripetizione di riti, porte e preghiere, come vertiginosa inflazione identitaria.

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