Selva dei destini incrociati, 2010 Installazione
La mostra/installazione si basa su un gioco combinatorio liberamente ispirato al Castello dei destini incrociati di Italo Calvino. Chi vi entra è chiamato a farsi viaggiatore e ad addentrarsi in una selva di immagini e parole per diventare narratore/interprete/traduttore della propria esperienza visiva e sensoriale.
Le immagini godono della totale libertà di raccontare storie, suggerire sensazioni e possono mutare a seconda dei punti di vista adottati. Il linguaggio della visione, per Lőrinczi, trascende la lingua stessa: è capace di suscitare intuizioni, generare microstorie, tentare “traduzioni”. Il visitatore è invitato a interpretare le carte/immagini seguendo il filo narrativo suggerito dall'autrice, o scegliere di selezionarle casualmente, come se dovesse estrarle dal mazzo di tarocchi del romanzo di Calvino. In questo modo può ipotizzare itinerari e connessioni del tutto personali, intrecciati con le proprie esperienze di vita; liberando l’inesauribile potenziale significante delle immagini. La selva immaginaria, dunque, diviene il luogo dove le storie, i destini, i percorsi di persone tra loro assai diverse si possono incrociare, anche solo per un tempo infinitesimale.
Le immagini godono della totale libertà di raccontare storie, suggerire sensazioni e possono mutare a seconda dei punti di vista adottati. Il linguaggio della visione, per Lőrinczi, trascende la lingua stessa: è capace di suscitare intuizioni, generare microstorie, tentare “traduzioni”. Il visitatore è invitato a interpretare le carte/immagini seguendo il filo narrativo suggerito dall'autrice, o scegliere di selezionarle casualmente, come se dovesse estrarle dal mazzo di tarocchi del romanzo di Calvino. In questo modo può ipotizzare itinerari e connessioni del tutto personali, intrecciati con le proprie esperienze di vita; liberando l’inesauribile potenziale significante delle immagini. La selva immaginaria, dunque, diviene il luogo dove le storie, i destini, i percorsi di persone tra loro assai diverse si possono incrociare, anche solo per un tempo infinitesimale.
1. Blurred Vision/Visioni appannate
(2 serie di 8 fotografie 30x30cm, realizzate tra il 2006 e il 2010)
2. Astrazione collettiva
(21 fotografie 30x30cm, realizzate tra il 2006 e il 2010)
3. Poesia immaginata
(5 fotografie B/N 30x40cm – testo di Massimo La Spina)
4. Installazione
(fotografie di Enikő Lőrinczi - testo di Massimo La Spina - traduzioni di Enikő Lőrinczi, Ewa Dziejuch, Maria Josè Moraza, Solal Abeles, Izumi Hashimoto, Melina Kistani, Gerda Helena Schwenger)
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