lunedì 11 ottobre 2010

Azzurra Argentieri per PF#6.12

World Words, 2010 Installazione sonora


Provocatoria riflessione sonora sul clima di pogrom in cui viviamo. La registrazione di una deriva autoritaria, di una temperie, di un’ideologia qualunquista che alimenta le paure delle maggioranze consenzienti. Un’incursione ironica dentro luoghi di culto e canti di ogni confessione religiosa, pubbliche piazze, non-luoghi urbani e virtuali, tribune mediatiche e presunti incubi collettivi. Un miscuglio di voci altisonanti e retoriche, sinistramente aggressive, contrappuntate da flebili inviti al dialogo e all’inclusione da parte di chi cerca “traduzioni” possibili, dall’ottimismo della volontà del celebre “Yes we can!” obamiano, all’appello all’arte, contenuto in un celebre brano de La messa è finita di Moretti, come possibile via d’esodo dinanzi alla violenza razzista. Un viaggio nel buio di una paranoia identitaria in cui certa politica vuole precipitarci, ponendo la difesa ossessiva del “particolare” e della “norma” quale paradigma della propria integrità culturale, scudo protettivo verso qualsiasi invasione barbarica.

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