mercoledì 30 giugno 2010

idea-luogo

La scelta di una scuola di italiano per stranieri come luogo dell’esposizione è fortemente simbolica. Un luogo di attraversamento polifonico dentro una città di attraversamenti idiomatici e fisici.
Altrettanto intenzionale è la scelta di mettere insieme artisti di geografie, formazioni e linguaggi così eterogenei. Per moltiplicare le voci e le visioni. Siano esse basse o alte, straniere o estremamente prossime. Con una particolare attenzione per le voci meno udibili nel fracasso globale; e le visioni propositive, progettuali, ma non per questo meno critiche rispetto all’esistente.
Uno dei temi connessi con l’identità con cui abbiamo voluto misurarci è quello dello straniamento: dello straniero come portatore di sovvertimento, sconcerto, inquietudine.
Lo straniero non inteso solo come persona ma come procedimento artistico, recuperando la funzione rivelatrice che all’arte assegnavano i Formalisti russi del primo Novecento. Rivelatrice dell’aspetto inatteso degli oggetti e delle situazioni, così da far emergere una nuova realtà, far vedere gli oggetti come se li si vedesse per la prima volta.

Nessun commento:

Posta un commento